✍ Peso giapponese per scrittura - Bunchin Ume Take
Questo antico peso giapponese in ghisa, utilizzato per la calligrafia 書道 shodō, è un magnifico esempio di come funzionalità ed estetica possano fondersi in un unico oggetto. Si tratta di un 文鎮 bunchin, indispensabile per mantenere ben fermo il foglio di 和紙 washi durante la scrittura con il pennello 筆 fude e l’inchiostro 墨 sumi, evitando che la carta si pieghi o scivoli mentre la mano del calligrafo segue il ritmo fluido dei tratti.
La sua forma ricorda un ventaglio 扇子 sensu, simbolo di eleganza e raffinatezza, arricchito da un rilievo raffigurante il fiore di 梅 ume, il pruno in fiore, insieme a steli di 竹 take, il bambù. Questa combinazione di motivi ha un forte significato nella tradizione giapponese: il pruno, che fiorisce a fine inverno, è simbolo di resilienza e rinascita, mentre il bambù rappresenta forza, flessibilità e capacità di resistere alle difficoltà senza spezzarsi. Insieme evocano armonia, perseveranza e buon auspicio.
Il peso è stato realizzato in ghisa con una raffinata patina verde che ricorda le antiche fusioni di bronzo, conferendogli un aspetto che richiama i secoli passati e i templi intrisi di storia. I rilievi sono lavorati con grande attenzione ai dettagli: i petali del fiore di ume sembrano sbocciare delicatamente, mentre le linee del bambù si stagliano nette, creando un contrasto tra morbidezza e rigore.
Usato in un contesto di calligrafia, questo bunchin non è solo un accessorio pratico, ma anche una fonte di ispirazione. Ogni volta che il calligrafo posiziona il foglio sotto il suo peso, entra in contatto con i simboli di natura e spiritualità che da secoli accompagnano la cultura giapponese. L’atto dello scrivere diventa così più che un esercizio tecnico: diventa un dialogo con la tradizione, con la bellezza della natura e con i valori profondi che l’arte del shodō porta con sé.
Un oggetto come questo non è soltanto un peso da scrittura, ma un piccolo custode di simboli e significati, capace di trasmettere silenziosamente la forza del bambù e la delicatezza del pruno in fiore.
Peso giapponese per scrittura - Bunchin Ume Take
Descrizione articolo
- MATERIALE: ghisa
- TECNICA: artigianale
- MISURE: lunghezza 16 x larghezza 4,5 x altezza 2 cm. circa
- EPOCA: anni'50
- PROVENIENZA: Giappone
- DISPONIBILITA': pezzo unico
L'arte dello Shodo
L'arte dello Shodo
La calligrafia giapponese (in giapponese 書道, shodō) è una delle più conosciute e ammirate arti tradizionali del Giappone. Shodō significa letteralmente “via della scrittura”, ed è un’arte con una lunga storia alle spalle, praticata ancora oggi nelle scuole, dalle elementari alle università.
I valori alla base dello shodō sono semplicità, bellezza e connessione tra mente e corpo. L’arte della calligrafia giapponese fu introdotta dalla Cina nel 6° secolo. Inizialmente lo stile usato in Giappone era molto simile a quello cinese, poiché i calligrafi copiavano testi e poesie cinesi per imparare questa complicata arte della scrittura.
Durante il periodo Heian (794-1185) ci fu una svolta. Nonostante venissero usati i kanji, caratteri cinesi presi in prestito dalla Cina, in Giappone viene introdotto un nuovo alfabeto, il kana (inizialmente solo hiragana, il katakana verrà creato in seguito). Con questi nuovi caratteri la calligrafia cominciò a trasformarsi in un nuovo stile tutto giapponese.
L’arte shodō è legata alle pratiche del buddismo zen, e influenzata dalle sue idee e i suoi valori. La calligrafia giapponese, infatti, va al di là della semplice scrittura, o delle parole. Il vero segreto alla base dello shodō è l’unione tra mente e anima, e la capacità di scrivere col il cuore, senza il quale nulla avrebbe significato. Il calligrafo ha solo un tentativo per scrivere un carattere, dato che scrivendo il pennello non deve mai staccarsi dal foglio o dalla superficie. Per trasmettere un significato profondo, l’opera deve mostrare emozioni, personalità e passione dell’artista. Secondo la filosofia buddista, infatti, si dice che la via della scrittura sia parte del cammino verso l’illuminazione.
La calligrafia giapponese era praticata inizialmente dai monaci del buddismo zen. Il filosofo Nishida Kitaro diceva che la calligrafia zen si migliora soltanto con la pratica costante. Per scrivere, la mente deve essere libera, solo così i caratteri verranno fuori senza il minimo sforzo. Questa condizione mentale viene definita mushin (無心), che significa proprio “senza pensieri/a cuor leggero”. Quando si pratica la calligrafia bisognerebbe avere la mente “vuota”, libera da congetture o pensieri, per concentrarsi unicamente sul significato delle parole da scrivere.Note:
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