🍵 Contenitore per il tè - Katatsuki chaire Sadakatsu
 
Questo raffinato katatsuki chaire (肩衝茶入), utilizzato nella pratica del chanoyu (茶の湯), rappresenta un esempio notevole della produzione ceramica tradizionale giapponese, firmato Sadakatsu (貞勝). Il chaire è un contenitore per la polvere di tè matcha, riservato al tè più pregiato nelle cerimonie formali.
 
La forma katatsuki si distingue per le sue spalle alte e ben marcate, conferendogli un aspetto compatto e austero, tipico degli oggetti associati alla scuola di tè wabi-cha.
La superficie di questo chaire mostra una raffinata smaltatura in toni bruno-neri, con sfumature ocra e rossastre che richiamano l’effetto kannyu (貫入) e le venature naturali create durante la cottura. La finitura lucida esalta la profondità del colore e la ricchezza delle sfumature, mentre il contrasto tra le parti smaltate e il fondo grezzo rivela l'abilità artigianale del maestro Sadakatsu. L'interno, anch'esso smaltato, testimonia l'accuratezza del processo produttivo.
 
Il coperchio, in avorio lucidato, è liscio e leggermente concavo, con un piccolo rilievo centrale chiamato himozuki (紐付), utile per afferrarlo con le dita. Il fondo del chaire presenta la caratteristica superficie ceramica lasciata al naturale, con tracce visibili del tornio, segno distintivo del lavoro manuale.
L’oggetto è custodito in un shifuku (仕覆), una sacca di tessuto prezioso con motivi floreali stilizzati su fondo blu-verde, chiusa con un cordoncino viola. L’interno del sacchetto è foderato in seta viola, e la sua forma avvolgente protegge il chaire durante il trasporto e ne accresce il valore estetico nel momento della presentazione. Il shifuku è un elemento fondamentale nella pratica del tè, simbolo di rispetto per l’oggetto e per l’ospite.
 
Nel suo insieme, questo chaire Sadakatsu si distingue per la sobria eleganza, la qualità della lavorazione ceramica e il rispetto della tradizione giapponese. Ogni dettaglio, dal profilo regolare alla scelta dei colori, rivela un equilibrio tra funzionalità e bellezza, incarnando lo spirito dell’estetica dell’imperfezione e della transitorietà.