Toyama: tra Mura Antiche e Villaggi Incantati

Sakurasan
4 giorni fa
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Lasciandoci alle spalle la metropoli di Tokyo prendiamo il nostro amato shinkansen Hokuriku che in poco più di 2 ore raggiunge la città di Toyama.

Affacciata con grazia sulla costa del Mare del Giappone, è una città che sussurra storie antiche tra le sue mura e i suoi vicoli.

Il viaggio inizia nel cuore della città, dove si erge silenzioso e fiero il Castello di Toyama, riflesso nelle acque calme del suo fossato.

Antico baluardo dei feudatari Maeda, questo castello è oggi custode di memorie lontane. Salendo lungo le sue scalinate in pietra, si entra in un tempo sospeso: armature lucenti, rotoli calligrafici, e mappe ingiallite raccontano le battaglie e la vita del dominio Etchū.

Dalle sue torri si spalanca una vista che abbraccia i tetti della città e si spinge fino all’orizzonte, dove i monti Tateyama svettano maestosi come sentinelle silenziose.

Il cammino prosegue verso un angolo che sembra uscito da un’altra epoca: il Folk Craft Village, incastonato tra le colline della periferia. Qui, la bellezza si fa manuale, fatta di gesti antichi e mani sapienti.

Le casette in legno ospitano botteghe artigiane dove si lavora la ceramica, il vetro, la carta washi, i tessuti. Ogni oggetto nasce lentamente, con rispetto.

Il suono ritmico del tornio, il profumo del legno intagliato, le pennellate che danzano sul washi: tutto vibra di autenticità. Qui non si compra un souvenir, si riceve una storia.

Un maestro vetraio ci accoglie con un sorriso e ci mostra come, soffiando dentro un tubo sottile, si crei la fragile magia del vetro soffiato.

In un altro laboratorio, una donna stende con cura pigmenti naturali su un tessuto, trasformandolo in un’opera viva.

È il cuore dell’arte popolare giapponese, o mingei, che vive di bellezza quotidiana, di oggetti creati non per stupire ma per accompagnare la vita con poesia.

Toyama è questo: una città dove la storia non è rinchiusa nei musei ma scorre ancora nelle mani, nei gesti, nei volti.

Dove il passato e il presente si abbracciano senza sforzo, come le acque limpide dei suoi canali e l’ombra rassicurante delle sue montagne. Un luogo che non si visita: si ascolta.

E mentre il sole tramonta dietro i tetti delle officine e l’aria profuma di legno e terra, resta nel cuore la sensazione di aver toccato un Giappone più vero. Più lento. Più profondo.