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✍ Strumento contagocce giapponese per scrittura - Akikusa

 

Questo oggetto in ceramica è un dosatore d’acqua giapponese, chiamato 水滴 (suiteki), uno strumento fondamentale nella pratica dello 書道 (shodō), la calligrafia tradizionale. Il suiteki ha lo scopo di fornire piccole quantità d’acqua in modo controllato, facendo cadere lentamente le gocce sulla pietra per inchiostro (硯, suzuri), per sciogliere il bastoncino di inchiostro solido (墨, sumi) e ottenere la consistenza desiderata per la scrittura.

 

La forma di questo suiteki è tondeggiante e appiattita, simile a un ciottolo levigato dall’acqua, donando un’impressione di armonia e quiete. Realizzato in ceramica smaltata, presenta una decorazione policroma con motivi floreali stilizzati in blu e rosso ruggine,  fiori di 秋草 (akikusa), erbe e piante autunnali, simbolo di bellezza effimera e contemplazione stagionale. I rami e i petali sono dipinti con mano leggera, con pennellate sfumate e contorni appena accennati, evocando lo stile tradizionale 染付 (sometsuke) arricchito da accenti rossi a bassa temperatura.

 

Sulla parte superiore, due piccoli fori: uno più grande per l’uscita dell’acqua, uno più piccolo per il passaggio dell’aria, garantiscono un rilascio preciso e regolare. La base non smaltata, finemente tornita, rivela l’argilla chiara utilizzata e indica una lavorazione artigianale meticolosa, probabilmente proveniente da un forno specializzato in oggetti per il desk set calligrafico (文房具, bunbōgu).

 

La superficie leggermente satinata, con leggere imperfezioni e macchioline nella smaltatura, accentua l’aspetto wabi-sabi: una bellezza imperfetta, silenziosa, vissuta. Questo suiteki non è solo uno strumento funzionale, ma anche un oggetto artistico che dialoga con il gesto lento e disciplinato della calligrafia, accompagnando il calligrafo in un rituale estetico dove ogni dettaglio contribuisce all’armonia d’insieme.

Strumento contagocce giapponese per scrittura - Suiteki Akikusa

€ 28,00Prezzo
Quantità
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  • Descrizione Articolo

    • MATERIALE: ceramica composita
    • MISURE: diametro 6 x H 3 cm
    • DATAZIONE: anni '80
    • PROVENIENZA:  Giappone
    • DISPONIBILITA': pezzo unico
  • L'arte dello Shodo

    La calligrafia giapponese (in giapponese 書道, shodō) è una delle più conosciute e ammirate arti tradizionali del Giappone. Shodō significa letteralmente “via della scrittura”, ed è un’arte con una lunga storia alle spalle, praticata ancora oggi nelle scuole, dalle elementari alle università.

    I valori alla base dello shodō sono semplicità, bellezza e connessione tra mente e corpo. L’arte della calligrafia giapponese fu introdotta dalla Cina nel 6° secolo. Inizialmente lo stile usato in Giappone era molto simile a quello cinese, poiché i calligrafi copiavano testi e poesie cinesi per imparare questa complicata arte della scrittura.

    Durante il periodo Heian (794-1185) ci fu una svolta. Nonostante venissero usati i kanji, caratteri cinesi presi in prestito dalla Cina, in Giappone viene introdotto un nuovo alfabeto, il kana (inizialmente solo hiragana, il katakana verrà creato in seguito). Con questi nuovi caratteri la calligrafia cominciò a trasformarsi in un nuovo stile tutto giapponese.

    L’arte shodō è legata alle pratiche del buddismo zen, e influenzata dalle sue idee e i suoi valori. La calligrafia giapponese, infatti, va al di là della semplice scrittura, o delle parole. Il vero segreto alla base dello shodō è l’unione tra mente e anima, e la capacità di scrivere col il cuore, senza il quale nulla avrebbe significato. Il calligrafo ha solo un tentativo per scrivere un carattere, dato che scrivendo il pennello non deve mai staccarsi dal foglio o dalla superficie. Per trasmettere un significato profondo, l’opera deve mostrare emozioni, personalità e passione dell’artista. Secondo la filosofia buddista, infatti, si dice che la via della scrittura sia parte del cammino verso l’illuminazione.

    La calligrafia giapponese era praticata inizialmente dai monaci del buddismo zen. Il filosofo Nishida Kitaro diceva che la calligrafia zen si migliora soltanto con la pratica costante. Per scrivere, la mente deve essere libera, solo così i caratteri verranno fuori senza il minimo sforzo. Questa condizione mentale viene definita mushin (無心), che significa proprio “senza pensieri/a cuor leggero”. Quando si pratica la calligrafia bisognerebbe avere la mente “vuota”, libera da congetture o pensieri, per concentrarsi unicamente sul significato delle parole da scrivere.

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