🍵 Set di Ciotole giapponesi - Mino Kenzan
 
Questa coppia di tazze da tè giapponesi in ceramica, intitolata Kenzan no Shiki 乾山の四季, è un raffinato omaggio alla poetica visione di Ogata Kenzan 尾形乾山 (1663-1743), pittore e ceramista del periodo Edo. Ogni ciotola, realizzata con la tecnica 美濃焼 (Mino-yaki) presso il forno di Tajimi, nella prefettura di Gifu, racchiude la filosofia estetica del “wabi-sabi”, dove la bellezza nasce dall’imperfezione naturale dell’argilla e dalle sue sfumature irregolari.
 
La superficie granulosa e leggermente punteggiata ricorda la terra di Narutaki, dove Kenzan stesso fondò il suo primo forno dopo aver appreso l’arte ceramica da Nonomura Ninsei.
Il decoro è un intreccio di pennellate fluide in blu, marrone e oro che evocano il mutare delle stagioni. Il motivo dorato, steso con la tecnica del kin-sai 金彩, scorre come un fiume di luce che attraversa le superfici, mentre i tratti pittorici ricordano le erbe mosse dal vento, le piume di un airone bianco e i rami in fiore che popolano le opere di Kenzan. In esse, la natura non è semplice ornamento ma metafora del ciclo vitale, un tema che raggiunge la sua più alta espressione nella serie “Shiki kachō zu 四季花鳥図”, “Fiori e uccelli delle quattro stagioni”, considerata il suo testamento artistico.
 
Ogni tazza presenta un equilibrio perfetto tra forma e gesto: la linea curva del corpo, il piede appena rialzato e l’interno grezzo lasciano intravedere la manualità dell’artigiano. Il contrasto tra la materia rustica e la lucentezza dell’oro crea un dialogo tra semplicità e raffinatezza, tipico della scuola Rimpa 琳派, fondata dal fratello maggiore di Kenzan, Ogata Kōrin.
 
Custodite in un’elegante scatola di tessuto color viola con motivi dorati, le due tazze diventano un dono prezioso, capace di trasmettere la quiete del tè e la memoria di un’arte che unisce pittura e ceramica. Ogni sorso racchiude l’essenza di un’epoca in cui la bellezza era un modo di vivere: una celebrazione del tempo che scorre, come il pennello di Kenzan che continua, ancora oggi, a tracciare i confini invisibili tra natura e arte.