😺 Gatto manekineko giapponese portafortuna - Neko Guchi
Questa statuetta raffigura un 招き猫 (まねきねこ, maneki-neko), un celebre gatto portafortuna giapponese. A differenza dei classici maneki-neko, che solitamente hanno un'espressione neutra o sorridente, questo modello si distingue per la sua ampia bocca aperta in un’espressione di gioia contagiosa, come se stesse ridendo di cuore.
Il colore predominante è il bianco, tradizionalmente associato alla 純粋 (じゅんすい, junsui, purezza) e alla positività. Sulla pelliccia sono presenti delle macchie nere e arancioni, un dettaglio che richiama il tipico 三毛猫 (みけねこ, mike-neko, gatto tricolore), considerato particolarmente fortunato in Giappone. Indossa un bavaglino verde decorato con dettagli dorati e una campanella al centro, elementi che simboleggiano 繁栄 (はんえい, han'ei, prosperità) e buona sorte.
Il maneki-neko è posizionato su un tappetino rosso, colore che nella cultura giapponese rappresenta energia e protezione contro la sfortuna. Accanto alla statuetta si trova una piccola targhetta in legno con la scritta 大笑い (おおわらい, ōwarai), che significa "grande risata", enfatizzando il messaggio positivo che questo oggetto vuole trasmettere.
Nel design classico del maneki-neko, la zampa sollevata ha un significato specifico:
- Se alzata la 右手 (みぎて, migite, zampa destra), attira fortuna e denaro.
- Se alzata la 左手 (ひだりて, hidarite, zampa sinistra), richiama clienti e amici.
In questa statuetta, la zampa sinistra è sollevata, suggerendo che il suo scopo sia portare 人脈 (じんみゃく, jinmyaku, connessioni sociali) e buone relazioni.
Questo tipo di maneki-neko è perfetto per essere posizionato in casa o in un'attività commerciale, trasmettendo un'energia positiva e invitando chiunque lo guardi a sorridere e a credere nella buona fortuna.
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Gatto manekineko giapponese portafortuna - Neko Guchi
Descrizione Articolo
- MATERIALE: porcellana
- MISURE: Larghezza 9,5 x Profondità 7 x Altezza 10 cm
- CONDIZIONI: nuovo
- PROVENIENZA: Giappone
Un pò di storia...
C’era una volta un tempio, chiamato Tempio di Gotoku, situato in un quartiere povero di Edo(oggi Tokyo). Era un tempio malandato e trascurato; il salone principale era privo di splendore e il suo altare era ridotto a un semplice pezzo di legno.
All’interno di questo decadente edificio un monaco tre volte al giorno, rivolto verso l’altare, pregava col capo rivolto verso terra e recitava preghiere dopo preghiere. Il monaco non aveva mai perso la speranza che quel luogo potesse ritornare all’antico splendore, e pregava di poter trovare fondi a sufficienza per poterlo restaurare.
Una sera mentre il monaco si apprestava a cucinare, notò un gatto seduto all’ingresso. Ebbe pietà dell’animale e divise con lui la sua cena. Quando finirono il gattino miagolò come per volerlo ringraziare e cominciò a fare le fusa. Da quel giorno, ogni sera il gatto tornava dal monaco che divideva con lui la sua cena.
Una sera, abbattuto per le disastrose condizioni del tempio, disse al gatto: “ah se solo fossi un uomo e non un gatto, forse potresti essermi più di aiuto”! Il gatto lo guardò, strofinò la testa e rispose con un dolce “miao”!
Poco dopo si scatenò un violento temporale e in quelle vicinanze un ricco feudatario e i suoi samurai stavano cercando riparo dopo una battaglia a Osaka. Nel bel mezzo della pioggia, Naotaka, il ricco feudatario, vide il gattino che alzava la zampa come se volesse salutarlo; Naotaka lì per lì si stupì nel vedere un gattino stare fuori in mezzo ad una tempesta, così si avvicinò al micio. Mentre si chinava il gatto si allontanò un pò come per intimargli di seguirlo fino a che non lo portò al tempio di Gotoku dove c’era ancora il monaco che si stava riparando.
Il monaco vedendo il feudatario e i suoi uomini gli offrì riparo e un posto vicino al fuoco. Naotaka rimase molto colpito dalla gentilezza del monaco tanto che decise di restaurare quel tempio e farlo diventare il suo tempio di famiglia. Da quel giorno quel luogo prosperò e portò a molti tanta fortuna. Nessuno di loro potè mai dimenticare quella notte: il gatto aveva guidato Naotaka e i suoi uomini verso un rifugio sicuro ed aveva fatto si che venissero esaudite le preghiere del monaco.
Quando alcuni anni dopo il gattino morì, il monaco gli eresse una statua in suo onore che lo raffigurava con la zampa alzata mentre saluta e lo posizionò nel giardino del tempio.